2 resultados para Hemorrhage

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Background. Neoangiogenesis is crucial in plaque progression and instability. Previous data from our group demonstrated that intra-plaque neovessels show both a Nestin+/WT+ and a Nestin+/WT1- phenotype, the latter being correlated with complications and plaque instability. Aims. The aims of the present thesis are: (i) to confirm our previous results on Nestin/WT1 phenotype in a larger series of carotid atheromatous plaques, (ii) to evaluate the relationship between the Nestin+/WT1- neoangiogenesis phenotype and plaque morphology, (iii) to evaluate the relationship between the immunohistochemical and histopathological characteristics and the clinical instability of the plaques. Materials and Methods. Seventy-three patients (53 males, 20 females, mean age 71 years) were consecutively enrolled. Symptoms, brain CT scan, 14 histological variables, including intraplaque hemorrhage and diffuse calcifications, were collected. Immunohistochemistry for CD34, Nestin and WT1 was performed. RT-PCR was performed to evaluate Nestin and WT1 mRNA (including 5 healthy arteries as controls). Results. Diffusely calcified plaques (13 out of 73) were found predominantly in females (P=0.017), with a significantly lower incidence of symptoms (TIA/stroke) and brain focal lesions (P=0.019 and P=0.013 respectively) than not-calcified plaques, but with the same incidence of intraplaque complications (P=0.156). Accordingly, both calcified and not calcified plaques showed similar mean densities of positivity for CD34, Nestin and WT1. The density of Nestin and WT1 correlated with the occurrence of intra-plaque hemorrhage in all cases, while the density of CD34 correlated only in not-calcified plaques. Conclusions. We confirmed that the Nestin+/WT1- phenotype characterizes the neovessels of instable plaques, regardless the real amount of CD34-positive neoangiogenesis. The calcified plaques show the same incidence of histological complications, albeit they do not influence symptomatology and plaque vulnerability. Female patients show a much higher incidence of not-complicated or calcified plaques, receiving de facto a sort of protection compared to male patients.

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In Medicina Veterinaria l'avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti è conosciuto e studiato ormai da anni, essendo una delle intossicazioni più comunemente riscontrate nelle specie non target. In letteratura si rinvengono numerose pubblicazioni ma alcuni aspetti sono rimasti ancora inesplorati.Questo studio si propone di valutare il processo infiammatorio, mediante le proteine di fase acuta (APPs), in corso di fenomeni emorragici, prendendo come modello reale un gruppo di soggetti accidentalmente avvelenati da rodenticidi anticoagulanti. I 102 soggetti avvelenati presentano un valore più elevato di proteina C reattiva (CRP)con una mediana di 4.77 mg/dl statisticamente significativo rispetto alla mediana delle due popolazioni di controllo di pari entità numerica create con cross match di sesso, razza ed età; rispettivamente 0.02 mg/dl dei soggetti sani e 0.37 mg/dl dei soggetti malati di altre patologie. Inoltre all'interno del gruppo dei soggetti avvelenati un valore di CRP elevato all'ammissione può predisporre al decesso. La proteina C reattiva assume quindi un ruolo diagnostico e prognostico in questo avvelenamento. Un'altra finalità, di non inferiore importanza, è quella di definire una linea guida terapeutica con l'ausilio di biomarker coagulativi e di valutare la sicurezza della vitamina K per via endovenosa: in 73 cani, non in terapia con vitamina k, intossicati da rodenticidi anticoagulanti, i tempi della coagulazione (PT ed aPTT) ritornano nel range di normalità dopo 4 ore dalla prima somministrazione di 5 mg/kg di vitamina k per via endovenosa e nessun soggetto durante e dopo il trattamento ha manifestato reazioni anafilattiche, nessuno dei pazienti ha necessitato trasfusione ematica e tutti sono sopravvissuti. Infine si è valutata l'epidemiologia dell'ingestione dei prodotti rodenticidi nella specie oggetto di studio e la determinazione dei principi attivi mediante cromatografia liquida abbinata a spettrofotometria di massa (UPLC-MS/MS).